Assegno Unico 2023, arriva l’aumento degli importi col Decreto Lavoro: per chi e quando
Con il decreto Lavoro 2023 l’importo dell’assegno Unico sarà aumentato, anche se l’aumento spetta soltanto ad alcune categorie di beneficiari.
Nel decreto lavoro verranno introdotte anche molte altre misure, oltre all’aumento dell’assegno unico. In particolare, questo provvedimento introdurrà degli strumenti volti a sostituire il Reddito di Cittadinanza e a favorire le assunzioni.
Vediamo dunque a chi spetterà l’aumento dell’assegno unico, a quanto ammonterà e quando verrà erogato. Daremo inoltre una panoramica sulle altre misure che il governo intende introdurre per favorire l’occupazione e sostituire il Reddito di Cittadinanza.
L’assegno Unico aumenta: per chi
Secondo l’articolo 4 del Decreto Lavoro ancora in bozza, l’aumento dell’assegno unico spetterà ai nuclei familiari in cui lavora soltanto un genitore. L’altro genitore deve risultare defunto, e in questo caso l’importo dell’assegno unico sarà maggiorato di 30 euro al mese.
Attualmente, l’assegno unico viene corrisposto con la maggiorazione di 30 euro anche ai nuclei familiari che hanno un ISEE di 15.000 euro o inferiore. L’aumento dell’assegno unico cala poi in maniera progressiva all’incrementarsi del valore ISEE.
La nuova maggiorazione che riguarderà i nuclei familiari con un solo reddito da lavoro, in cui, al momento della domanda, uno dei due genitori è deceduto, spetterà a quasi 80.000 nuclei familiari con figli minori.
Quando arriverà l’aumento dell’assegno unico
In seguito all’approvazione del Decreto Lavoro, la maggiorazione verrà attribuita in automatico a tutti i nuclei familiari con figli minori che percepiscono già l’assegno unico.
Per quanto riguarda le date precise di pagamento del sussidio, però, l’INPS ha stabilito un calendario diverso. In particolare, l’Assegno Unico verrà erogato in due momenti, a seconda della categoria di beneficiari. In particolare:
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- Assegno Unico il cui importo non è stato cambiato: in questo caso, i pagamenti avvengono dal 10, fino al 20 di ogni mese;
- Assegno Unico con importo differente rispetto al mese precedente: se ci sono cambiamenti nel nucleo familiare tali da provocare un cambiamento di importo, oppure se si tratta di una nuova domanda, l’assegno Unico sarà corrisposto dal 20 al 30 di ogni mese.
Aggiornamento ISEE per l’Assegno Unico
È ancora possibile aggiornare l’ISEE per continuare a percepire l’Assegno Unico. In particolare, la data ultima entro la quale è consentito presentare la Dsu è il 30 giugno del 2023.
La presentazione dell’ISEE è molto importante, in quanto chi non ha provveduto al suo rinnovo, sebbene abbia mantenuto il diritto a percepire l’assegno unico, ne prende l’importo minimo. Pertanto, presentare Dsu entro il 30 giugno diventa necessario per percepire gli importi arretrati sin dal mese di marzo.
Decreto lavoro: non solo assegno unico
All’interno del decreto lavoro, il governo ha inserito anche le principali misure volte a sostituire il Reddito di cittadinanza. I nuovi benefici, in particolare, verranno erogati a partire dal settembre 2023, e costituiranno un aiuto concreto per le famiglie che hanno realmente bisogno.
In ordine di introduzione, tali misure saranno la Prestazione di Accompagnamento al lavoro “Pal“, la Garanzia per l’Inclusione “Gil“, e la Garanzia per l’attivazione lavorativa “Gal“. Delle tre, quella che sostituirà del tutto il Reddito di cittadinanza tout court è quest’ultima, ma come la Gil, per ottenerla bisognerà attendere il prossimo anno.
Chi invece è titolare di Reddito di cittadinanza durante l’anno in corso, potrà richiedere la Prestazione di Accompagnamento al lavoro, continuando a seguire il proprio percorso di inserimento al lavoro. Inoltre, per questa categoria di beneficiari, al termine del percorso di riqualificazione lavorativa verranno effettuate delle nuove proposte di lavoro.
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Da ultimo, nel decreto lavoro sono previsti degli enormi sgravi contributivi per i datori di lavoro che assumono soggetti che percepiscono una tra le misure appena elencate. In particolare, se assumono beneficiari di Pal, Gil o Gal, i datori avranno uno sgravio di 8.000 euro sui contributi da versare se il contratto è a tempo indeterminato. Qualora invece il contratto sia a tempo determinato, lo sgravio contributivo sarà di “soli” 4.000 euro.
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