Busta paga con errori ed inesattezze? Cosa fare e quanto tempo hai per contestare
Ogni qualvolta si riceve questo documento ufficiale, è fondamentale controllare l’eventuale presenza di errori in busta paga. Trattandosi di un riepilogo della retribuzione mensile, ricco di dati e di importi, sbagliare è possibile. Ma è fondamentale accorgersi per tempo di eventuali errori.
Dunque, in questa guida, scopriremo in che modo è possibile scoprire eventuali errori in busta paga, a cosa prestare attenzione e come segnalarli, qualora dovessero esserci.
Anticipiamo subito che esistono delle specifiche tempistiche da rispettare: importantissimo, dunque, sapere come comportarsi e qual è il termine ultimo per le segnalazioni.
Differenti tipologie di errori in busta paga
Iniziamo subito con una precisazione: gli errori in busta paga possono essere anche molto differenti tra loro, ed è per questa ragione che sarebbe innanzitutto opportuno imparare a leggere correttamente questo documento.
La prima cosa da controllare sono le ore di lavoro. Uno degli errori che può accadere frequentemente è quello relativo ad una busta paga per lavoratori a tempo pieno: in caso di busta paga sbagliata, il lavoratore potrebbe essere considerato come un part-time.
In alcuni casi, e ciò rappresenta un caso gravissimo, non si tratta di un errore compiuto in buona fede, ma un gesto intenzionale per poter ottenere un ritorno economico.
Potrebbe essere necessario ricorrere ad un avvocato perché il lavoratore, in questo sfortunato caso, possa ottenere quanto gli spetta per aver lavorato a tempo pieno. Tuttavia, quello appena analizzato è un caso limite: nella maggior parte dei casi, basta semplicemente verificare che le ore e le giornate lavorate corrispondano.
Altro errore che avviene frequentemente riguarda le ferie o gli eventuali permessi retribuiti spettanti al lavoratore. In caso di errore compiuto in buona fede da parte dell’azienda, è necessario solamente segnalare l’errore e ottenere la correzione della busta paga.
Potrebbe però, anche in questo caso, accadere che lo sbaglio in busta sia stato commesso volutamente e che dunque l’azienda si rifiuti di correggerlo tempestivamente. Anche in questo caso, comunque, ci sono diverse tutele alle quali il lavoratore può ricorrere. Infatti, si può aprire una vertenza nei confronti del datore di lavoro, nel tentativo di ottenere quanto spetta.
Ultimo caso abbastanza frequente riguarda gli eventuali errori in busta paga legati ad eventuali malattie o maternità per lavoratrici che hanno da poco avuto un bambino.
In questi casi specifici, per ottenere giustizia in caso di errori voluti bisognerà rivolgersi direttamente all’INPS, l’ente che nel nostro Paese si occupa della Previdenza Sociale.
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Cosa fare in caso di errori in busta paga?
Dunque, come abbiamo visto, i casi per cui la busta paga può essere sbagliata possono essere vari e anche abbastanza diversi tra loro. In generale, comunque, cosa fare in caso di errori in busta paga?
Nel caso in cui ci si accorga di un errore, ad esempio relativamente al numero di ore lavorate o di giorni effettivi di presenza al lavoro, è necessario richiedere la correzione della busta paga sbagliata entro il 16 del mese successivo.
Allo stesso modo, la segnalazione va effettuata entro il sedicesimo giorno del mese successivo anche in caso di errori relativi ad altro aspetto, chi si tratti di ferie, permessi o malattie del lavoratore.
In ogni caso, qualora tale termine non venga rispettato, il lavoratore non perderà il diritto ad ottenere quanto gli spetta. Potrà infatti richiedere il versamento delle differenze dovute sulle retribuzioni successive.
La legge ammette tali arretrati dovuti, che prendono il nome di “arretrati anno corrente” qualora si riferiscano ad errori commessi durante l’anno in corso.
Gli “arretrati anno precedente” sono invece, ovviamente, quelli relativi all’anno concluso: anche in questo caso, spettano di diritto al lavoratore.
Le tempistiche da rispettare
Questo non significa, però, che non ci siano delle tempistiche specifiche da rispettare per la segnalazione di errori in busta paga.
Dopo un arco temporale abbastanza lungo, infatti, i debiti del datore di lavoro nei confronti del dipendente cadono in prescrizione. Nella maggior parte dei casi, tale prescrizione è quinquennale.
Il dipendente ha cinque anni di tempo per richiedere gli arretrati per i seguenti crediti:
- retribuzione ordinaria;
- lavoro straordinari;
- retribuzioni festività non pagate;
- TFR.
Errori in busta paga: la prescrizione decennale
In alcuni casi, infine, in caso di specifici errori in busta paga, la prescrizione dei crediti nei confronti dei dipendenti avviene dopo dieci anni.
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La prescrizione decennale si applica a credili legati a errori di inquadramento retributivo. Se le mansioni svolte dal lavoratore sono state pagate con un inquadramento inferiore rispetto a quello spettante, il lavoratore ha dunque dieci anni per richiedere quanto dovuto dal datore di lavoro.
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