Bonus Acqua Potabile 2023, ridotta la percentuale di fruibilità: cosa cambia e come funziona

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04/04/2023

Bonus Acqua Potabile 2023, ridotta la percentuale di fruibilità: cosa cambia e come funziona

L’Agenzia delle Entrate ha stabilito la percentuale effettiva del credito d’imposta dovuto in seguito alla richiesta del bonus acqua potabile. L’importo definitivo che si può chiedere in detrazione, però, è di molto inferiore rispetto alle aspettative.

Stabilito in precedenza al 50% dell’importo speso, l’Agenzia delle Entrate stabilisce la percentuale del credito d’imposta effettiva sulla base degli importi richiesti dai contribuenti e dei fondi stanziati dal governo.

Quest’anno la cifra si è ridotta enormemente, vediamo dunque quale sarà la percentuale da utilizzare in compensazione, e come verificare quale sia l’importo esatto che ogni beneficiario potrà ottenere in seguito all’approvazione del bonus.

Bonus acqua potabile 2023: diminuisce credito d’imposta

Le domande per il bonus acqua potabile 2023 sono scadute il 28 febbraio, e l’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti durante questo periodo sono stati pari a 27.932.195 euro.

Il totale dei fondi stanziati dal governo in Legge di Bilancio sono stati pari a 5.000.000 di euro, che come ricorda l’Agenzia delle Entrate, “Costituiscono il limite di spesa” previsto per tale agevolazione.

Va da sé che, a fronte di una mole tanto alta di richieste pervenute, la percentuale del bonus è stata ridotta. Nella fattispecie, ogni avente diritto potrà ottenere una detrazione pari al 17,9% rispetto al 50%, che si traduce nell’8,95% della spesa totale.

Quale sarà l’effettivo bonus in detrazione

Il bonus acqua potabile 2023 può essere impiegato sia in compensazione con modello F24 sia nella dichiarazione dei redditi, ma solo se non si è né lavoratori autonomi o esercenti attività d’impresa.

Stante la percentuale di credito d’imposta rideterminata dall’Agenzia delle Entrate, tale bonus sarà dell’8,50%. Per fare un esempio, qualora la spesa sostenuta sia stata quella massima per le persone fisiche, cioè 1.000 euro, si avrà in detrazione 89,50 euro, e non 500 come era stato stabilito in precedenza.

Chi invece esercita attività d’impresa, arti, professioni, oppure è un ente non commerciale ha un limite di spesa pari a 2.500 euro. Supponendo che abbia richiesto un bonus per l’importo massimo previsto, avrà in detrazione una somma pari a 223,75 euro, e non 1.250 euro come stabilito in origine.

Bonus acqua potabile: come funziona

Come anticipato, il bonus acqua potabile poteva essere richiesto sia dalle persone fisiche, sia dagli enti commerciali e affini, con due limiti di spesa diversi: 1.000 euro per le persone fisiche e 2.500 per le persone giuridiche. Il periodo entro il quale tale bonus poteva essere richiesto andava dal primo al 28 febbraio, e permetteva di ricevere un credito d’imposta pari al 50% della spesa effettuata, ora ridimensionato nella misura indicata in precedenza.

Gli interventi che permettevano di ottenere il bonus acqua potabile riguardano l’installazione di sistemi volti al filtraggio, raffreddamento o mineralizzazione, ma anche addizione di anidride carbonica all’acqua del rubinetto.


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Anche se la percentuale del bonus acqua potabile è stata fortemente ridimensionata in seguito all’elevata mole di domande, chi ne ha diritto può verificare quanto gli spetta accedendo al proprio cassetto fiscale.

Si ricorda che il bonus acqua potabile può essere utilizzato in compensazione da tutti i soggetti richiedenti, mentre può essere scalato in dichiarazione dei redditi soltanto dalle persone fisiche, che non siano lavoratori autonomi o partite IVA in generale.

Bonus acqua potabile: la detrazione rispetto allo scorso anno

Sebbene la percentuale spettante possa sembrare molto bassa, c’era da aspettarselo. Infatti, anche lo scorso anno si è ripetuta una vicenda simile. In particolare, nel 2022 il il vecchio bonus acqua potabile effettivo è stato pari a un terzo rispetto alla somma originaria. Per il futuro, inoltre, si pensa che questo bonus sarà sempre più basso.

Infatti, le risorse messe a disposizione dallo stato italiano per ottenere il bonus il prossimo anno, dunque relative alle spese sostenute durante quest’anno, sono di 1,5 milioni di euro, a fronte dei 5 milioni previsti quest’anno. Di conseguenza, si pensa che nel 2024 si potrà ottenere ben poco.

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