Concorso Scuola 2023, 25mila assunzioni tra docenti e tutor: MIUR, requisiti e quando ci sarà
Il governo è al lavoro per determinare le modalità del concorso scuola 2023, che si svolgerà attraverso delle procedure semplificate di reclutamento in linea con gli obiettivi di stabilizzazione dei precari previsti nel PNRR entro il 2025.
Le novità per il concorso scuola 2023 sono molte, a partire dall’incremento dei tutor. Queste figure saranno 100mila, e avranno un ruolo chiave nei cambiamenti che il ministro dell’istruzione e del merito si prefigge di portare a termine.
Nonostante il governo sia nettamente in ritardo rispetto alle tempistiche stabilite nel PNRR, Valditara rassicura dicendo che la commissione ha concesso una dilazione di 6 mesi per portare a termine gli obiettivi del PNRR. In questo lasso di tempo sarà possibile concludere tutte le procedure inattuate, dall’ammodernamento degli asili nido fino al reclutamento straordinario. Vediamo come si svolgerà il concorso scuola 2023 e in che modo sarà migliorato il sostegno degli alunni nelle scuole italiane.
Concorso scuola: stabilizzazioni e assunzioni nel 2023
Il ministro Valditara, intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiarato che durante l’estate 2023 si svolgerà un maxi concorso per assumere i docenti precari. Tra questi, potranno partecipare al concorso quelli che hanno tre anni di anzianità oppure i 24 cfu. I posti disponibili sono 25.000, e questa procedura di reclutamento straordinaria dovrebbe bastare a coprire tutte le cattedre vacanti in tempi molto brevi.
Sebbene non abbia specificato le modalità del concorso scuola 2023, il ministro rassicura che, per fare in modo che la procedura di reclutamento possa concludersi entro settembre, il governo è al lavoro insieme ai sindacati per mettere a punto un piano di assunzioni extra per raggiungere gli obiettivi dettati dal PNRR. Tra i cambiamenti in cantiere, però, il maxi concorso scuola non è l’unica novità. Il ministro Valditara ha infatti precisato che verrà potenziato molto il sostegno, a partire dai tutor.
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Le attività di tutoraggio nella scuola
Secondo il ministro la figura del tutor sarà del tutto nuova, e si occuperà del coordinamento tra colleghi e della personalizzazione del curriculum scolastico degli alunni. Nel determinare tale curriculum, gli insegnanti tutor dovranno tenere conto del livello di preparazione degli alunni, dedicando un’attenzione particolare sia a quelli che sono in difficoltà, sia a quelli molto dotati, che al contrario sono avanti rispetto ai loro coetanei e hanno bisogno di attività di potenziamento.
I tutor saranno quasi 40.000 per l’ultimo triennio delle superiori, e a questi si aggiungeranno altri 10.000 orientatori, uno per ogni istituto scolastico. Nel tempo si raggiungeranno i 100.000 tutor, dalla prima media all’ultimo anno delle superiori. Inoltre i tutor verranno pagati di più: riceveranno un incremento del loro stipendio annuo da 2.859 a 4.675 euro.
Oltre ai percorsi personalizzati dei tutor, anche gli insegnanti ordinari si renderanno protagonisti della formazione aggiuntiva, che come abbiamo avuto modo di ricordare sarà dedicata sia agli studenti in difficoltà, sia a quelli molto brillanti. I primi seguiranno dei corsi di recupero pomeridiani, gli altri invece seguiranno dei corsi che permetteranno agli studenti di acquisire capacità spendibili nell’università e nel lavoro.
Tra i fondi disponibili ai quali attingere per portare a termine queste attività ci sono 300 milioni di euro di fondi dedicati al potenziamento della didattica, 1,5 miliardi di euro in fondi per la dispersione scolastica e 600 milioni dal PNRR per recupero e formazione nelle materie Stem.
I ritardi nella realizzazione degli obiettivi PNRR
Il ritardo più grosso che si registra nell’esecuzione del PNRR riguarda l’ammodernamento delle scuole dell’infanzia e dei nuovi asili nido. Secondo Valditara, stante la proroga di sei mesi richiesta e ottenuta dalla commissione europea, i lavori previsti per portare a termine tali obiettivi inizieranno entro giugno.
Per il ministro, la causa dei ritardi è da ricercarsi sia nell’inatteso rincaro delle materie prime, sia nel fatto che il precedente governo non aveva attivato delle procedure semplificate. Adesso, secondo Valditara, non dovrebbero esserci intoppi e tutto dovrebbe concludersi nel migliore dei modi.
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