Fallimento banca, risparmi a rischio? Cosa succede e come tutelare i tuoi soldi

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15/03/2023

Fallimento banca, risparmi a rischio? Cosa succede e come tutelare i tuoi soldi

L’eco del fallimento della Silicon Valley Bank si è fatto sentire anche nel nostro paese, e sempre più persone iniziano a chiedersi cosa può succedere in caso di fallimento della propria banca.

In prima battuta bisogna dire che possono presentarsi due scenari: la risoluzione della crisi o la liquidazione coatta dell’istituto. Quando una banca fallisce, infatti, gli interessi in gioco sono tanti, e la crisi potrebbe raggiungere dimensioni sistemiche.

Per questo motivo, prima di pensare alla sua liquidazione, devono intervenire tutte le procedure di salvataggio interne (bail-in) dell’istituto di credito. Solo qualora non siano sufficienti, sarà necessario procedere a liquidazione dell’istituto.

Vediamo quindi cosa succede quando una banca fallisce e, in particolare, cosa accade ai nostri risparmi se il nostro istituto bancario dovesse dichiarare bancarotta in Italia.

Fallimento di una Banca: cosa succede in Italia

Come si anticipava in apertura, quando una banca si ritrova in difficoltà, i meccanismi che si possono attivare sono due. Il primo è quello di risoluzione e gestione della crisi, il secondo è la liquidazione coatta amministrativa dell’intermediario.

Per quanto riguarda la risoluzione della crisi, a livello europeo è nato il fondo di risoluzione unica della crisi. Esso è stato istituito a livello sovranazionale, i suoi finanziatori sono gli stessi intermediari coinvolti. Se una banca dovesse esaurire tutte le altre opzioni di salvataggio, incluso il bail-in, interverrebbe quindi il risanamento della banca ad opera del Fondo di risoluzione unico.

In questo caso, la banca verrebbe salvata e nulla accadrebbe ai risparmiatori. Situazione diversa, invece, avverrebbe in caso di liquidazione coatta amministrativa.

Cosa succede ai risparmi se la banca fallisce

Quando non ci sono le condizioni per procedere al salvataggio dell’istituto di credito, interviene la liquidazione coatta amministrativa. Questa procedura, alla stregua del fallimento, consente di liquidare la massa patrimoniale attiva in favore dei creditori.

I clienti della banca, se questa dovesse fallire, proprio come accaduto di recente alla Silicon Valley Bank, sono tutelati dal fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Il FITD, in particolare, permette di restituire ai clienti della banca tutti i loro risparmi. Tuttavia, perché il proprio deposito possa essere restituito, deve rientrare in un massimo di 100.000 euro.

Il FITD, infatti, non opera per i correntisti che hanno un credito maggiore di 100.000 euro, i quali saranno esclusi dal rimborso integrale. In ogni caso, alcuni particolari correntisti saranno tutelati anche oltre i 100.000 euro.


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Tra questi si comprende chi ha in atto un procedimento di:

  • Divorzio;
  • Cessazione del rapporto lavorativo;
  • Morte o invalidità;
  • Corresponsione di risarcimento derivante da reato, o prestazioni assicurative;
  • Procedura di pensionamento.

Il periodo entro il quale questi depositi sono tutelati è di 9 mesi dopo l’accredito, e verranno devoluti interamente a chi ne ha diritto. Ad ogni modo non tutti i prodotti bancari vengono tutelati con Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Vediamo quali rimangono esclusi, in ogni caso.

Altri strumenti finanziari non tutelati dal FITD

Alcuni titoli non verranno rimborsati tramite Fondo di tutela. Tra questi distinguiamo innanzitutto le azioni e le obbligazioni, siano esse ordinarie, subordinate o bancarie garantite.

Anche i crediti che derivano da operazioni in titoli, accettazioni o pagherò cambiari, inoltre, saranno esclusi dalla tutela, come alcuni particolari tipi di deposito.

I depositi non tutelati tramite Fitd sono di tre tipi:

  • Depositi a nome proprio effettuati da imprese di assicurazione, investimento o riassicurazione; stessa cosa vale per quelli effettuati da Organismi di Investimento Comune del Risparmio OICR e da enti pubblici.
  • Depositi derivanti da operazioni di riciclaggio e Impiego di denaro, beni e altre utilità di provenienza illecita;
  • Depositi per i quali i titolari non hanno svolto correttamente la procedura di identificazione del cliente (Know-Your-customer) prevista dalla normativa antiriciclaggio.

Da queste ultime rilevazioni si evince che, se un cliente intrattiene dei rapporti suindicati, non otterrà il rimborso della propria somma. Per tutti gli altri clienti, non devono sorgere preoccupazioni eccessive. Nella maggior parte dei casi di fallimento totale, infatti, il Fondo Interbancario di Tutela dei depositi è pronto a intervenire.

 

 

 

 

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