Assegno Maternità Comuni INPS, aumento importi con rivalutazione 2023: ISEE e a chi spetta
Anche i Comuni erogano i propri assegni a supporto per la maternità, oltre all’INPS. Si tratta dell’assegno di maternità 2023, annunciato anche quest’anno col comunicato del Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza Del Consiglio dei Ministri.
Come tutti gli altri benefici e trattamenti assistenziali, anche l’assegno di maternità dei Comuni risente della rivalutazione dell’importo, prevista a seconda dei dati segnalati dall’IPAC ISTAT.
Assegno Maternità Comuni INPS, aumento importi con rivalutazione 2023
Ogni anno l’INPS e altri enti statali provvedono al ricalcolo di alcuni trattamenti od oneri a seconda di uno specifico indice ISTAT. Nel caso dell’Assegno Maternità dei Comuni, si farà riferimento all’Indice dei Prezzi al Consumo.
Questo indice ha segnato per il 2022 un aumento dell’8,1% sui prezzi dei beni e dei servizi, pertanto tutti i trattamenti previdenziali e assistenziali erogati dallo Stato avranno un adeguamento sul costo della vita, come accaduto per le pensioni.
Per quanto riguarda l’Assegno Maternità, il nuovo valore è stato addirittura pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 48 del 25 febbraio 2023. Passa a 383,46 euro mensili, per un massimo di 5 mensilità.
Assegno Maternità Comuni INPS, a quanto ammonta l’ISEE
Come per tutti gli altri trattamenti, anche quelli erogati dall’INPS come l’Assegno Unico, è previsto il requisito dell’attestazione ISEE in corso di validità.
Per avere diritto all’assegno di 383,46 euro mensili, la richiedente dovrà avere un ISEE del valore massimo di 19.185,13 euro. Ogni cifra superiore a tale limite renderà impossibile ogni accettazione di domanda.
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Ricordiamo che l’assegno non contribuisce alla formazione di reddito, e che durerà soltanto 5 mesi una volta erogata la prima rata mensile.
Al momento non sembra ci siano delle problematiche in merito al cumulo dell’Assegno Maternità con il citato Assegno Unico dell’INPS, il quale prevede l’ISEE solo se si vuole avere un importo mensile superiore a 57 euro. L’essenziale è che l’importo non sia superiore ai 383,46 euro disposti dai Comuni.
Assegno Maternità Comuni INPS, a chi spetta
L’Assegno Maternità dei Comuni è previsto per tutte le donne di maggiore età, purché sia divenuta recentemente madre per parto, oppure per via di un nuovo affidamento preadottivo o adozione senza affidamento.
Altri requisiti richiesti sono di natura “anagrafica”. Le richiedenti dovranno essere residenti stabilmente in Italia, nonché titolari di:
- cittadinanza italiana,
- cittadinanza comunitaria,
- carta di soggiorno,
- permesso di soggiorno,
- permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Sebbene i Comuni raccomandino di non beneficiare di altri trattamenti economici di maternità, come il citato Assegno Unico, nel caso in cui percepiscano un’altra indennità, si potrà continuare in realtà a beneficiare dell’Assegno Maternità dei Comuni, ma solo se di importo inferiore all’Assegno Unico.
Basterà fare richiesta per l’assegno, segnalare la cumulabilità, e ricevere la differenza. Questo assegno potrebbe dare un supporto in più a chi, pur avendo fatto richiesta dell’Assegno, s’è ritrovata con un importo molto contenuto, insufficiente per la numerosità dei figli che si ritrova a proprio carico.
Assegno Maternità Comuni INPS, come fare domanda
Essendo questo Assegno di Maternità non disposto dall’INPS ma dai Comuni, la richiedente dovrà presentare domanda presso gli enti comunali.
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In sede di domanda, gli stessi Comuni procederanno ad informare gli interessati invitandoli a certificare il possesso dei requisiti all’atto dell’iscrizione all’anagrafe dei nuovi nati o in caso di adozione.
Per fare domanda, la richiedente dovrà consultare la pagina web del proprio Comune di residenza, sapendo però che servirà comunque l’attestazione ISEE in corso di validità, purché sia inferiore a 19.185,13 euro.
Per farlo, basta rivolgersi al Centro Assistenza Fiscale, ad un patronato locale o direttamente compilare il modello ISEE INPS sul proprio MyINPS.
L’assegno spetta per ogni figlio nato e per ogni minore in affidamento preadottivo o in adozione senza affidamento, in presenza di specifici requisiti.
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