Pensione anticipata: solo 18 anni di contributi per i nati in questi anni
Pensioni, la legge attuale consente l’uscita dal lavoro anticipata con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Mentre per le donne siamo a quota 41 anni e 10 mesi. Per ottenere il trattamento pensionistico di vecchiaia invece, occorrono almeno 20 anni di contributi oltre al limite dell’età anagrafica che prevede il limite obbligatorio per tutti dei 67 anni compiuti.
Ci sono però diverse possibilità da poter sfruttare soprattutto se si possiedono requisiti particolari. La prima è quella dell’Ape Sociale. Riservata però solo a chi ha svolto lavori particolarmente pesanti o gravosi, per gli invalidi e per chi negli ultimi anni si è trovato in stato di disoccupazione momentanea.
La seconda invece riguarda una più ristretta categoria di lavoratori. Questi potrebbero andare in pensione già con soli 15 o 18 anni di contributi. Sfruttando il solo sistema contributivo. A 67 anni è possibile contare su un tipo di calcolo che valorizza maggiormente alcuni anni di lavoro piuttosto che altri. O anche avere anni di versamenti abbuonati da INPS in altri casi particolari.
Pensione anticipata con meno di 20 anni di contributi
Per l’uscita anticipata dal lavoro nel 2023, ci può essere una possibilità da cogliere al volo per chi compirà quest’anno i 67 anni di età anagrafica. Sarebbe quella di sfruttare la cosiddetta “Deroga Amato” introdotta nel 1992.
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Si tratta di una norma che pone delle eccezioni ai limiti contributivi per i soggetti in età pensionabile. Per chi ad esempio è nato nel 1955 o nel 1956, se possiede alcuni requisiti aggiuntivi potrà fare il calcolo ed andare in pensione già con soli 15 anni di contributi. Vediamo come funziona.
Pensione “Deroga Amato” requisiti ed anni
Per ottenere la pensione di vecchiaia anticipata a 67 anni con 15 anni di contributi, utilizzando le Deroghe Amato, in particolare la terza, il lavoratore deve aver avuto una carriera discontinua. Infatti occorre che ci sia un mancamento contributivo INPS, pari ad almeno 10 anni.
E cioè che in questo periodo non sia mai stato versato per ogni anno il minimo contributivo delle 52 settimane. Oltre a questo occorre che il primo versamento sia stato effettuato prima dei 25 anni dalla richiesta di pensione. Restando sul fatto che i contributi volontari devono essere stati versati per almeno 15 anni, questa potrebbe essere una opportunità per chi ad esempio è stato sempre assunto con contratti a termine e part-time.
Lavoro precoce: chi può chiedere la pensione con meno di 20 anni di contributi
Altro caso in cui si può chiedere il trattamento pensionistico in anticipo, e con meno di 20 anni di contributi è il calcolo riservato ai lavoratori precoci. Sempre parlando di chi ha già compiuto o compirà 67 anni nel 2023. Il requisito è quello di aver iniziato a lavorare all’età di 16 anni. In questo caso infatti, i versamenti effettuati prima del compimento della maggiore età valgono di più per il calcolo INPS.
E cioè 1,5 volte maggiorati rispetto a quelli ordinari. Quindi per esempio possono essere validi anche soli 18 anni di limite contributivo, in quanto con la maggiorazione prevista dalla legge basterebbero già, rispettando il limite di età, per richiedere l’uscita dal lavoro anticipata di due anni.
Donne, pensione anticipata con 18 anni di contributi: requisiti
Altro caso invece può essere quello delle donne, sempre che non hanno raggiunto i 20 anni di contributi, ma che hanno minimo tre figli. Anche qui possono bastare i 18 anni contributivi, a patto che il primo versamento sia stato effettuato nel 1995. Nel 2023 potrebbe essere quindi richiesto il trattamento di vecchiaia anticipato per tutte le donne che rientrano nella casistica specifica nate nel 1955 e 1956. Per ogni figlio infatti INPS abbuona un anno al massimo, considerando 4 mesi di contributi a figlio. I 12 mesi di contributi “bonus” potranno essere quindi sfruttati anche dalle donne che optano per il calcolo dei computo riservato agli iscritti alla gestione separata.
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