Fattura elettronica 2023, novità Agenzia Entrate: Partita IVA, cos’è e come funziona

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
08/02/2023

Fattura elettronica 2023, novità Agenzia Entrate: Partita IVA, cos’è e come funziona

L’obbligo di fatturazione elettronica, è in vigore per moltissime aziende già dal 2015. L’Agenzia delle Entrate ha poi esteso questa norma a molte altre categorie di piccoli imprenditori ed autonomi con partita IVA. Vediamo come funziona la nuova fattura elettronica, quando scatta l’obbligo per il regime forfettario nel 2023, e come fare per compilare ed inviare correttamente il documento via web.

Partita IVA: come funziona la fattura elettronica

La fattura elettronica è inizialmente nata come documento obbligatorio soltanto per quelle imprese che dovevano cedere beni o servizi alle pubbliche amministrazioni. Negli anni però la legge è cambiata per avere un controllo sempre più automatizzato del regime IVA e degli adempimenti fiscali delle aziende. Ora è esteso anche alle e partite IVA che operano tra privati. Restano per quest’anno ancora esonerate alcune categorie quali:

Le partite IVA in regime di vantaggio

Le partite IVA di tipo forfettario (con ricavi inferiori a una certa soglia)

Piccoli imprenditori agricoli

Anche per le suddette categorie resta comunque la facoltà di scegliere di utilizzare la forma elettronica alternativa a quella cartacea per l’invio dei documenti di fatturazione. Per l’anno 2023 ci sono numerose novità, che riguardano soprattutto i chiarimenti dati da Agenzia delle Entrate ai contribuenti che devono prepararsi al 2024, quando la trasmissione delle fatture elettroniche diventerà d’obbligo per tutte le partite IVA.


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Le novità per la fattura elettronica 2023 da Agenzia Entrate

Oltre a chiarire che per tutti la fattura elettronica diventerà obbligatoria a partire dal 1 gennaio 2024, l’Agenzia delle Entrate, ha fatto alcune precisazioni in merito al periodo di transizione che riguarda i contribuenti in regime forfettario.

Avendo previsto un passaggio all’obbligo di fattura elettronica, nel caso venisse superata una soglia di compensi e ricavi pari a 25.000 euro, a partire dal 1 luglio 2022, questo criterio però non viene applicato allo stesso modo per quanto riguarda l’anno corrente cioè il 2023.

E quindi in base al chiarimento pubblicato dal fisco le partite IVA che aderiscono al regime forfettario, e che nel 2021 non hanno superato la cifra prevista dalla legge, possono continuare ad operare con la fattura cartacea anche per tutto il 2023.

I limiti infatti verrebbero applicati solo il prossimo anno. Riepiloghiamo quindi quali sono i principali requisiti economici che fanno scattare l’obbligo di fattura elettronica nel corso del 2023.

Partita IVA forfettari: quando scatta l’obbligo di fattura elettronica?

Dallo scorso anno, precisamente dal giorno 1 luglio è entrata in vigore la legge che prevedeva di estendere l’obbligo di emettere la fattura elettronica anche per le partite IVA a regime forfettario. I limiti di ricavi e compensi sono stati così stabiliti: non aver superato i 25.000 euro per l’anno 2021.

Resta quindi il dubbio per i contribuenti, che hanno aperto la partita iva solo nel 2022, se questi requisiti dovevano essere rispettati o meno anche per il 2023. Con il chiarimento di cui abbiamo parlato, è intervenuta l’Agenzia delle Entrate stabilendo che questi soggetti, possono continuare ad operare con la modalità facoltativa e non obbligatoria, anche in caso di superamento della cifra. Un ulteriore vantaggio, quindi, oltre allo sconto contributivo.

Solo se la soglia massima è stata superata nel corso del 2022. Pertanto per tutti coloro che operano in regime forfettario l’obbligo scatterà soltanto il 1 gennaio del 2024. Nel frattempo non potranno essere applicate sanzioni durante la fase di transizione, anche se viene superata la quota massima.


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Come compilare una fattura elettronica

Vediamo quindi come fare per inviare correttamente una fattura elettronica. Il consiglio è quello di acquistare o scaricare un software anche gratuito di compilazione, per facilitare le operazioni di invio e anche di archiviazione successiva.

In ogni caso si può sempre utilizzare il servizio Web di Agenzia delle Entrate: Fatture e Corrispettivi, al quale si accede con le credenziali SPID e che permette di trasmettere ai clienti e al fisco la fattura tramite il sistema di interscambio. Il file, ricordiamo deve essere sempre di tipo .xml per essere correttamente riconosciuto. Infine bisogna anche tenere presente che i tempi per la conservazione di questi documenti sono di 10 anni, a partire dalla data di emissione.

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