Reddito di cittadinanza Febbraio 2023: chi lo prende, quando pagano, cosa cambia
Dopo il 31 gennaio 2023 il Reddito di Cittadinanza è cambiato del tutto, in particolar modo la sua platea ha subìto una stretta a causa delle nuove disposizioni correnti per la richiesta dell’RDC.
Parliamo del principale sussidio di disoccupazione, secondo solo alla NASPI e alla DIS-COLL per termini di platea e di costi al sistema assistenziale. Proprio per quest’ultimo motivo il Reddito di Cittadinanza già a febbraio 2023 ha già avuto diversi tagli. Vedremo ora il perché, e cosa cambia per tutti da quest’anno.
Reddito di cittadinanza Febbraio 2023, novità del mese
La principale novità di febbraio 2023 per i percettori del Reddito di Cittadinanza è la riduzione della platea dovuta al superamento della scadenza del 31 gennaio 2023.
Tutti coloro che hanno avuto modo di percepirlo nel 2022 dovevano ripresentare l’ISEE entro e non oltre il 31 gennaio 2023, altrimenti l’INPS provvederà alla cancellazione del suo profilo di percettore RDC.
Per procedere alla presentazione dell’ISEE, bisogna prendere appuntamento presso un CAF (Centro di Assistenza Fiscale) o Patronato locale, o direttamente procedere a completare il modello precompilato ISEE INPS, disponibile nell’apposita pagina web dell’ente.
Ricordiamo che per quest’ultima opzione è necessario che tutti gli abitanti abbiano SPID, CIE o CNS, altrimenti si dovrà procedere attraverso un processo di riconoscimento abbastanza complesso.
Reddito di cittadinanza Febbraio 2023, chi lo prende
A Febbraio 2023 il reddito di cittadinanza spetterà ancora a chi è già percettore nei mesi precedenti, o chi ha fatto richiesta dell’RDC entro il 31 dicembre 2022.
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Per la precisione, i beneficiari di questo mese sono quelli che:
- hanno il Reddito di Cittadinanza da almeno un mese (prima mensilità di gennaio 2023);
- hanno fatto domanda per la prima volta a dicembre 2022,
- hanno chiesto il rinnovo per le ulteriori 18 mensilità a dicembre 2022,
- hanno terminato le 36 mensilità a novembre 2022 ma hanno avuto la riconferma a dicembre.
Non lo prenderà chi ha avuto il rifiuto della richiesta di RDC a dicembre 2022 o chi ha avuto la conferma per una richiesta datata fine gennaio 2023. In quest’ultimo caso, la prima data possibile sarà metà marzo.
Reddito di cittadinanza Febbraio 2023, quando pagano
Il pagamento del Reddito di cittadinanza è sempre previsto in due date mensili, a seconda del tipo di richiedente, e non come invece accade per i pagamenti delle pensioni 2023.
Se si è un neo-percettore RDC, se la pratica di richiesta sarà convalidata entro fine del mese, si potrà beneficiare della prima ricarica entro il 14 del mese successivo, con la consegna ufficiale della Carta RDC presso lo sportello di Poste Italiane.
Per tutti gli altri casi, il pagamento è previsto entro il 27 del mese. Non sarà necessario presentarsi allo sportello: la ricarica sarà automatica, e l’importo sarà visibile dal proprio account disponibile sul sito governativo del Reddito di Cittadinanza. Basterà entrare nell’area riservata con lo SPID. In alternativa puoi controllare l’importo direttamente da un ATM Postamat.
Reddito di cittadinanza Febbraio 2023, cosa cambia
Da questo mese in diversi non potranno più beneficiare del Reddito di Cittadinanza. Inoltre a partire da febbraio 2023 mancano pochi mesi prima del primo taglio netto alla platea dell’RDC.
Stando alle nuove disposizioni vigenti, tutti coloro che non rientrano nella deroga rischieranno di subire la sospensione dell’RDC entro luglio 2023. Per tutti gli altri sarà possibile percepirlo per tutti i 18 mesi previsti dalla norma originaria. Coloro che rientrano nella deroga sono tutti coloro che hanno nel proprio nucleo familiare:
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- soggetti diversamente abili,
- soggetti minori,
- persone a carico con almeno 60 anni d’età,
- donne in gravidanza.
Tutti coloro che non hanno nessuno di questi soggetti, e si trovano in un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, potranno ancora beneficiare del Reddito di Cittadinanza fino a luglio 2023, poi avverrà la sospensione, come quella che avviene in caso di primo rifiuto di una richiesta lavorativa, anche non “congrua”.
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