Opzione donna 2023, pronto il servizio INPS per presentare la domanda: requisiti, quanto si perde, calcolo pensione, età e figli
Il messaggio Inps 467/2023 ha ufficialmente dato il via alle procedure per l’invio delle domande di pensione anticipata Opzione Donna per tutto l’anno 2023. La misura pensionistica è riservata alle donne con determinati requisiti, non solo di contribuzione e di età, ma anche con caratteristiche soggettive determinate dall’Istituto di Previdenza Sociale e stabilite anche dall’ultima legge di Bilancio 2023. L’INPS ha chiarito nella comunicazione, che l’accesso alle domande è stato aggiornato semplificando le procedure di accesso.
Opzione Donna 2023: il nuovo servizio INPS
Ora, in base all’aggiornamento del servizio INPS, la domanda di prepensionamento potrà essere presentata direttamente online accedendo con SPID dal sito Inps.it, o con i canali tradizionali di Caf e patronati. In alternativa anche chiamando il call center al 803164 da telefono fisso o il numero 06164164 da cellulare.
Ma le vere novità per la richiesta di Opzione Donna, come abbiamo detto, riguardano i requisiti per l’anno 2023. La manovra finanziaria di governo infatti, ha modificato alcune regole sostanziali per accedere a questa tipologia di pensione anticipata.
Opzione donna 2023: i requisiti per richiederla
Oltre alla proroga per tutto l’anno 2023, il nuovo governo ha stabilito le regole di accesso per Opzione Donna. Non sarà più accessibile a tutte le donne che combinano soltanto anni di anzianità e di contributi. Occorre rientrare anche in determinate condizioni dette “soggettive”. Vediamo quali sono nello specifico:
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- Poter certificare di assistere un familiare affetto da grave handicap e non autosufficiente. In base alle regole della legge 104 si può applicare anche ai familiari di secondo grado, quando il coniuge o i genitori risultino deceduti o affetti da disabilità grave e con età superiore ai 70 anni.
- Essere in stato di disoccupazione, quando derivato da un licenziamento effettuato da un’azienda per la quale sussiste il tavolo di confronto per la crisi d’impresa.
- Avere uno status di capacità lavorativa ridotto, e certificato da apposita commissione, in seguito all’attestazione di invalidità di almeno il 74%.
Qualora intervengano ulteriori variazioni, l’INPS ne darà opportuna comunicazione tempestiva tramite apposita circolare.
Opzione Donna: età, figli e quanto si perde con il calcolo
Restano in vigore invece, i requisiti anagrafici già stabiliti in precedenza per chi intende richiedere la pensione anticipata Opzione Donna. Ecco quali sono:
- Aver compiuto 60 anni, sia per dipendenti che autonome. Ed aver maturato almeno 35 anni di contributi pensionistici.
- L’età scende a 59 anni per le donne con un figlio, e per quelle con almeno due figli a 58.
- A prescindere dal numero dei figli, le lavoratrici dipendenti licenziate per crisi d’impresa, possono richiedere Opzione Donna già a partire dai 58 anni a patto che abbiano maturato i 35 anni di contributi.
Tutti i requisiti devono essere stati già maturati entro il 31 dicembre 2022. Ricordiamo comunque che, essendo una misura di pensionamento anticipato, chi richiede Opzione Donna, può arrivare a perdere fino 30% dell’assegno altrimenti corrisposto con i regolari trattamenti pensionistici previdenziali, che siano contributivi o retributivi.
Come richiedere Opzione Donna sul sito INPS online
Come anticipato dalla circolare INPS, la domanda per la pensione anticipata Opzione Donna sarà disponibile online. Una modalità agevolata per chi è in possesso delle credenziali SPID. Il servizio è già consultabile sulla scheda del sito ufficiale: “Pensione Anticipata opzione donna legge di bilancio 2023“. Una volta entrati nel proprio profilo INPS la procedura sarà molto semplice. Basterà cliccare su: “Prestazioni e servizi > Servizi > Pensione anticipata – Opzione donna – Domanda“.
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Qui poi bisognerà compilare la richiesta inserendo tutti i dati mancanti ed autocertificando i requisiti. I tempi di risposta per l’accettazione saranno di 30 giorni, e si potrà in qualsiasi momento controllare lo stato di avanzamento rientrando nel proprio fascicolo previdenziale. Come chiarito anche dall’istituto di previdenza, questo tipo di prestazione pensionistica potrà comunque sempre essere presentato tramite canali tradizionali quali intermediari di patronato e centri di assistenza fiscale.
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