Bonus Pos 2023, rinnovato dopo la legge in vigore: cifra minima, come funziona, requisiti e come ottenerlo

Autore:
Niccolò Mencucci
25/01/2023

Bonus Pos 2023, rinnovato dopo la legge in vigore: cifra minima, come funziona, requisiti e come ottenerlo

Da quest’anno tutti i professionisti, gli artigiani e i commercianti potranno richiedere un rimborso sulle spese pagate per l’uso del POS, grazie al bonus POS 2023.

Grazie alle nuove disposizioni confermate dalla Manovra di Bilancio, si potrà avere un rimborso per tutte le transazioni addebitate, ma solo se si rientra nei requisiti previsti dopo la legge in vigore. Vediamo come funziona, quali sono i requisiti richiesti e come ottenerlo.

Bonus Pos 2023, come funziona

Il bonus POS 2023 è il rinnovo del precedente bonus, sempre con formula “credito d’imposta“. Per “credito d’imposta” s’intende un tipo di credito che si può usare solo in compensazione di debiti tributari.

Nel caso dell’esercente che richiede il bonus POS 2023, questo benefit è possibile dal mese seguente a quello in cui è stata sostenuta la spesa.

È un ottimo sistema per un negoziante che ogni volta, per ogni transazione, deve pagare una commissione, a differenza del cliente, per il quale il POS non ha costi e ti permette di pagare con la carta di credito, con il bancomat, o con la carta di debito.

Col bonus POS 2023 professionisti, artigiani e commercianti hanno diritto al 30% di rimborso sulle commissioni pagate per l’uso del POS.

Ovviamente, perché si possa ottenere questo bonus, bisogna rientrare in una precisa cifra minima.

Bonus Pos 2023, cifra minima richiesta

Il bonus Pos 2023 non è disponibile per tutte le aziende o le imprese. Per beneficiare del bonus, bisognerà dimostrare di avere un fatturato annuo abbastanza contenuto.

In poche parole, il bonus Pos 2023 si attiva soltanto se i ricavi e i compensi registrati dall’attività rientrino entro i 400.000 euro lordi. È una cifra minima, prevista pertanto per i negozi o gli uffici commerciali di dimensioni piccole-medie.

Se si supera tale cifra, non si avrà diritto ad alcun bonus.

Inoltre la distinzione si limita solo al ricavo: si può richiedere a prescindere dalla forma giuridica della attività, che si tratti di lavoro autonomo, ditta individuale, società e a prescindere dal regime fiscale.

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Bonus Pos 2023, requisiti

Il bonus POS 2023 non si limita solo a garantire il 30% di sconto sulle commissioni, ma anche un credito d’imposta fino al 100% della spesa, fino a 50 euro massimo, per tutti gli strumenti acquistati per permettere il pagamento tracciato.

Per avere questa integrazione al bonus, bisognerà acquistare uno dei seguenti dispositivi:

  • strumenti di pagamento elettronico collegati al registratore di cassa;
  • strumenti di pagamento evoluto.

In pratica tutti gli strumenti già obbligatori per tutti i soggetti passivi IVA, specie per quanto riguarda la memorizzazione e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri.

Tutti i soggetti passivi IVA che, ricordiamo, abbiamo un fatturato inferiore a 400.000 euro. Per loro fortuna l’importo non fa cumulo con il reddito e non rientra nel calcolo della base imponibile IRAP.

Bonus Pos 2023, come ottenerlo

Per ottenere il bonus POS bisognerà procedere a farsi inviare dalla banca/istituto fornitore del POS un documento con l’elenco delle operazioni e l’importo delle commissioni che sono state pagate.

Solo grazie a quel documento si potrà conoscere la somma esatta, con cui procedere al calcolo del 30%.

Ma questa è solo una parte dell’iter procedurale. Gli istituti fornitori dovranno anche inviare la comunicazione anche all’Agenzia delle Entrate, in modo da dichiarare le commissioni percepite e le altre informazioni necessarie.

In questo caso, la data di riferimento per l’invio è il ventesimo giorno del mese successivo a quello in cui sono state effettuate le transazioni.

Oltre al documento citato, l’istituto dovrà mandare all’Agenzia delle Entrate l’importo delle transazioni eseguite e quindi il credito di imposta a cui si ha diritto.

Oltre al canale telematico dell’Agenzia delle Entrate, si potrà ricorrere anche al commercialista per l’invio dei dati.

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