Contributi Inps, omesso versamento: cosa fare
Contributi Inps, omesso versamento più oneroso per i contribuenti dall’inizio del nuovo anno. Lo chiarisce la circolare Inps numero 2/2023, attraverso la quale l’ente previdenziale fa il punto della situazione sui cambiamenti di calcolo applicati alle sanzioni civili. Il contesto è quello del mancato versamenti dei contributi di natura previdenziale.
Il fenomeno dell’inflazione registrato nel corso del 2022 ha infatti avuto effetti concreti anche sulla variazione del tasso legale applicato dallo scorso 1° gennaio 2023. Con un apposito decreto, il Mef ha previsto un incremento del tasso, che cresce dal precedente 1,25% all’attuale 5%.
Ovviamente, tale misura andrà a modificare non solo l’importo degli assegni erogati in favore dei pensionati. Infatti, subirà una rivalutazione importante anche l’importo da versare in caso di ritardo o mancato versamento.
Contributi Inps, omesso versamento: cambia il tasso di interesse legale sulle sanzioni civili
Come anticipato, a partire dal primo giorno dell’anno viene applicato un diverso tasso di interesse legale ai casi di ritardato o omesso versamento dei contributi Inps. Il decreto del Mef prevede infatti che “la misura del saggio degli interessi legali (di cui all’art. 1284 del codice civile) è fissata al 5% in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2023”.
Leggi anche: Come i conti correnti online stanno cambiando le abitudini di spesa dei consumatori
Il provvedimento “tiene conto del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato e del tasso d’inflazione annuo registrato”. Visto il nuovo scenario, si “ravvisa quindi l’esigenza, sussistendone i presupposti, di modificare l’attuale saggio degli interessi”. In particolare, è opportuno sottolineare in questo contesto che la variazione dell’interesse legale si riflette anche sulle sanzioni applicate ai contributi in scadenza.
Di fatto, le conseguenze per i cittadini sono molteplici e vanno a toccare tanto l’istituto del ravvedimento operoso quanto le ammende civili effettivamente applicate in caso di pagamenti contributivi omessi.
Contributi Inps, omesso versamento e sanzioni civili per i versamenti previdenziali
Dal punto di vista previdenziale, il nuovo tasso legale del 5% viene utilizzato per le ipotesi di riduzioni delle sanzioni civili al solo pagamento degli interessi legali. I casi che rientrano in tale disciplina sono regolati dall’articolo 116, comma 15, della legge numero 388 del 2000.
La riduzione dell’importo al solo pagamento degli interessi civili dovrà comunque essere subordinata al versamento integrale dei contributi dovuti. Questo può avvenire per aziende sottoposte a procedure concorsuali, aziende agricole colpite da eventi eccezionali, crisi o ristrutturazioni aziendali di rilevanza sociale o fatti dolosi di terzi denunciati alle autorità giudiziarie. Oltre che da oggettive incertezze dovute a orientamenti giurisprudenziali contrastanti.
Rispetto invece alle esposizioni debitorie per contributi non versati e già pendenti, il calcolo degli interessi sarà effettuato secondo i tassi vigenti alle rispettive decorrenze. Il nuovo provvedimento produce infatti degli effetti con riferimento alle somme poste in pagamento dal 1° gennaio 2023.
Omesso versamento Inps: cosa fare?
Nel caso in cui il contribuente non sia riuscito a pagare i contributi Inps entro la scadenza prevista dalla legge riceverà una notifica dall’ente per mancato versamento. La fattispecie fa scattare anche una sanzione pecuniaria, che risulterà in versione ridotta per i casi indicati in precedenza. In ogni caso, l’importo notificato dall’Inps è solitamente comprensivo sia del calcolo relativo alle sanzioni, sia degli interessi.
Potrebbe interessarti: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite
Qualora il contribuente non provveda al pagamento delle somme dovute, l’Inps procederà all’emissione di una cartella esattoriale e all’iscrizione a ruolo. Cosa fare in tale situazione? Per evitare il pagamento di una somma di denaro crescente rispetto all’ammontare dei contributi non pagati è preferibile versare l’importo notificato contestualmente alla ricezione della prima notifica da parte dell’Inps.
Qualora il contribuente sia in difficoltà economiche, può scegliere di rateizzare il debito con l’ente. In questo caso, è possibile beneficiare di sei rate quando la somma è inferiore a 5mila euro. Per cifre più elevate, è possibile dividere l’importo fino a venti rate.
Ravvedimento operoso e versamento in ritardo dei contributi
Nel caso in cui il contribuente abbia contratto un debito con l’ente previdenziale per dei mancati versamenti, può inoltrare una comunicazione all’Inps adottando l’istituto del ravvedimento operoso. Questo passaggio prevede diversi benefici, a partire dall’applicazione di una sanzione più bassa, che viene calcolata sui giorni di ritardo del mancato versamento contributivo.
Qualora non si proceda con il ravvedimento operoso, la multa applicata al momento dell’avviso bonario corrisponde al 10% della somma non versata. La sanzione andrà pagata insieme all’importo omesso, rispettando la tempistica massima di 30 giorni dalla ricezione della richiesta di pagamento. Trascorsi 30 giorni, in caso di mancato pagamento la sanzione si eleverà al 30% dell’importo dovuto.
Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl