Reddito di cittadinanza 2023: ancora una stretta in manovra
Reddito di cittadinanza 2023, sorgono nuovi limiti per la percezione dell’assegno. La manovra stringe sul provvedimento di welfare, con importanti novità riguardanti il reinserimento lavorativo. Dopo gli interventi restrittivi che erano stati già decisi dall’esecutivo, il Parlamento spinge per un ulteriore inasprimento dei criteri di mantenimento.
Ecco quindi che oltre al taglio del sussidio per un altro mese, arriva la cancellazione dell’offerta congrua. Dal punto di vista pratico, significa che i beneficiari dell’assegno dovranno accettare qualsiasi proposta di lavoro, ovunque essa si trovi sul territorio nazionale. In caso contrario, si perderà immediatamente il diritto alla prestazione di welfare.
Reddito di cittadinanza 2023: regole più stringenti dal prossimo anno
La stretta sull’offerta congrua si affianca ad altri provvedimenti restrittivi che di fatto limiteranno la percezione del reddito di cittadinanza 2023. Ad esempio, i giovani tra i 18 ed i 29 anni potranno usufruire della misura assistenziale solo qualora abbiano completato la scuola dell’obbligo. In caso contrario, saranno obbligati a tornare tra i banchi per completare il percorso di istruzione.
In aggiunta, tutti i beneficiari del RdC che risultano occupabili devono comunque frequentare un corso di formazione oppure di riqualificazione professionale per almeno sei mesi. Il tutto con l’obiettivo di incrementare le possibilità di reinserimento lavorativo e la ricollocabilità dei percettori.
Leggi anche: Come i conti correnti online stanno cambiando le abitudini di spesa dei consumatori
Un emendamento sopprime il termine “congruo” dal reddito di cittadinanza 2023
A provocare il nuovo inasprimento dei criteri di percezione del reddito di cittadinanza la soppressione del termine “congruo” dalla normativa, quando si parla di reinserimento lavorativo. Di fatto, l’aggettivo permetteva ai beneficiari di rifiutare la prima offerta di lavoro che non risultava compatibile con i criteri di legge.
Per congrua si considerava una proposta di lavoro compatibile con le proprie capacità e competenze e che prevedesse una retribuzione superiore del 20% rispetto al RdC. In aggiunta, l’occupazione doveva svolgersi entro 80 chilometri dalla propria residenza. In alternativa, doveva essere raggiunta entro e non oltre 100 minuti attraverso i mezzi messi a disposizione dal trasporto pubblico.
RdC 2023: cosa accadrà con le nuove regole
Con l’approvazione della nuova modifica all’interno della legge di bilancio, la prima proposta di lavoro potrà risultare ubicata in qualsiasi località in Italia. Potrà inoltre essere non compatibile con le proprie capacità. In ogni caso, la mancata accettazione porterà alla cancellazione del reddito di cittadinanza.
Si tratta sicuramente di un provvedimento dall’impatto pesante per i percettori dell’assegno, perché in precedenza le offerte di lavoro raramente rispettavano i criteri imposti dalla normativa. Una posizione che era stata già espressa dai navigator, che spiegavano le difficoltà a far funzionare il provvedimento.
Secondo molti di loro, le offerte di lavoro venivano effettivamente segnalate ai percettori, ma l’eventuale rifiuto non portava alla decadenza del beneficio. Il governo Draghi aveva ridotto a due le offerte congrue rifiutabili, mentre il governo Meloni le aveva inizialmente portate ad una. Ora l’approvazione dell’emendamento elimina del tutto l’elemento della congruità.
Reddito di cittadinanza: l’offerta deve essere accettabile
D’altra parte, la ministra Calderone conferma che l’offerta dovrà comunque essere accettabile. Sull’accezione non è però ancora chiaro quali saranno i nuovi criteri che determineranno le condizioni di esclusione dal beneficio di welfare.
Potrebbe interessarti: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite
“Su questo interverremo con un decreto con cui mettere i puntini sulle i” spiega l’esponente del governo, facendo riferimento alle “condizioni per gestire le politiche attive”. Un tema sul quale l’esecutivo tornerà a gennaio, una volta che la manovra sarà approvata.
Non si è fatta però attendere la replica dell’opposizione. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha parlato di “follia pura”. Secondo l’esponente pentastellato “l’ultimo affondo di questa notte non riguarda il reddito di cittadinanza. Dire che le persone che sono più indigenti devono accettare qualsiasi proposta di lavoro in qualsiasi parte d’Italia significa distruggere l’ascensore sociale, riguarda tutti”.
Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl