Anticipo TFR dipendenti pubblici: novità Inps sul pagamento
Anticipo TFR dipendenti pubblici, ci sono buone notizie in arrivo per i lavoratori statali. Il meccanismo di pagamento è infatti destinato a diventare più semplice e veloce nei prossimi mesi. Si tratta di un vero e proprio passo in avanti rispetto a un problema molto sentito e che spesso portava i lavoratori statali ad attendere anni prima di ricevere la propria liquidazione.
La novità è stata deliberata in via ufficiale dall’Inps lo scorso 9 novembre e prevede l’applicazione di un differente meccanismo di pagamento rispetto a quello attuale per quanto concerne la pubblica amministrazione. I lavoratori potrebbero quindi beneficiare di una procedura ottimizzata, che risulta più snella e sicuramente meno onerosa rispetto al precedente anticipo di natura bancaria.
Anticipo TFR dipendenti pubblici: come potrebbe funzionare
Dal punto di vista pratico, bisogna innanzitutto specificare che il TFR dei dipendenti pubblici è legato a dei meccanismi di pagamento diversi rispetto a quanto avviene nel privato. In particolare, è possibile ricevere dopo 12 mesi una somma di denaro pari a un massimo di 50mila euro. La parte restante viene assegnata dopo 24 mesi.
Questo qualora l’uscita dal lavoro coincida con la maturazione dell’assegno di vecchiaia o con le regole della pensione anticipata secondo la legge Fornero. A tal proposito è importante ricordare che nel primo caso è necessario raggiungerei 67 anni di età con almeno 20 anni di versamenti. Nel secondo caso i 42 anni e 10 mesi di lavoro (un anno in meno per le donne).
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In aggiunta, qualora il lavoratore pubblico dovesse accettare il pensionamento tramite un’opzione sperimentale, come ad esempio l’opzione donna o la quota 102, si troverebbe ad attendere un periodo ancora più lungo per ottenere il proprio trattamento di fine servizio.
Cosa cambia da febbraio 2023: anticipo TFR dipendenti pubblici più semplice
A partire da febbraio 2023 la liquidazione ai dipendenti pubblici in pensione sarà anticipata dall’Inps. Fino ad oggi, l’anticipo era possibile solo tramite un prestito richiedibile presso un istituto di credito convenzionato. In aggiunta, l’operazione era legata ad un importo massimo corrispondente a 45mila euro. Per la parte eccedente, occorreva comunque attendere.
Il Consiglio di amministrazione dell’Inps ha quindi voluto prendere in mano la questione, così da risolvere un problema considerato eccessivamente penalizzante. La disparità di trattamento rispetto ai dipendenti del settore privato era infatti evidente. L’anticipo sarà quindi concesso in ordine cronologico e fino all’esaurimento dei fondi, che saranno appositamente stanziati anno su anno.
Il fondo welfare finanzierà l’anticipo del TFR e TFS per i dipendenti pubblici
Per quanto concerne le risorse alla base dell’operazione, queste saranno reperite tramite il fondo welfare. Il quale è alimentato con lo 0,35% delle retribuzioni dei lavoratori pubblici e garantisce prestazioni come le vacanze studio, le iniziative sanitarie e le borse di studio. Ora quanto accantonato al suo interno sarà impiegato anche per garantire l’anticipo dei trattamenti di fine rapporto.
Il finanziamento dell’anticipo arriverà una volta che la domanda inviata dal lavoratore sarà validata e certificata da parte dell’ente pubblico previdenziale. Il tempo massimo per la gestione della pratica è fissato in 75 giorni, in aggiunta ai tempi tecnici per l’istruttoria.
Le parole del presidente Inps Pasquale Tridico sull’anticipo del TFR
Rispetto all’anticipo del TFR è intervenuto anche il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, commentando la vicenda come un aggiornamento rilevante. Soprattutto se confrontato con la prassi seguita in precedenza. “È un’innovazione molto importante” ha sottolineato l’economista alla guida dell’ente”.
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“Consentirà ai dipendenti pubblici, che per legge devono attendere molto tempo per avere la loro liquidazione, di poter accedere ad un tasso molto agevolato dell’1%” al proprio denaro.
“Così come fanno ora sul mercato, però ad un tasso molto più alto. Si tratta di un vero e proprio prestito”. Infatti, il prestito concesso dal fondo welfare dell’Inps avrà costi per i lavoratori decisamente più bassi e corrispondenti a tassi dell’1%, oltre allo 0,50% da corrispondere per le spese di istruttoria.
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