Riscaldamento, nuovo decreto: un grado e 15 giorni in meno
Il nuovo decreto sul riscaldamento in inverno punta a contenere gli effetti del caro energia e della crisi del gas. Gli approvvigionamenti energetici devono fare fronte alle imprevedibili conseguenze della guerra in Ucraina. Così come all’impennata dei prezzi internazionali delle matterie prime energetiche. Il governo ha quindi deciso di rispondere alla sfida con un provvedimento che restringe giorni e gradi di utilizzo degli impianti di riscaldamento.
La novità riguarda tutto il territorio Italiano. Ovviamente, le fasce climatiche garantiranno comunque la possibilità di mantenere in uso gli impianti in modo tale da poter affrontare l’inverno. In senso generale, il Nord Italia sarà la zona dove risulterà possibile accendere prima i riscaldamenti, mentre la Sicilia dovrà attendere il mese di dicembre.
Riscaldamento, nuovo decreto in arrivo: cosa prevede
A firmare il nuovo decreto del governo sul riscaldamento è stato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolari, stabilendo così le modalità di accensione degli impianti sul suolo italiano. La prima grande differenza riguarda giorni e orari di accensione. Mediamente, gli italiani dovranno affrontare l’inverno con quindici giorni di riscaldamento in meno di impianti attivi.
In aggiunta, il piano dell’esecutivo prevede la riduzione di un grado dai valori massimi delle temperature all’interno degli ambienti riscaldati. Il tutto al fine di supportare il piano di riduzione dei consumi di gas naturale. Come sappiamo, parallelamente la popolazione è stata invitata ad operare ulteriori attività di risparmio energetico anche rispetto all’impiego dell’energia elettrica.
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Mentre ulteriori iniziative sono state avviate dalle aziende private. Si pensi, ad esempio, al nuovo bonus energia di Enel, che prevede lo sconto in bolletta qualora gli utenti riescano ad operare un importante taglio sui propri consumi.
Riscaldamento, nuovo decreto: cosa dice il testo di legge
In particolare, all’interno del testo si specifica che il periodo di tempo di accensione e utilizzo degli impianti è stato ridotto “di un’ora al giorno. Il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”.
Il ministro Cingolani ha poi spiegato che per supportare l’applicazione dei nuovi provvedimenti, l’Enea distribuirà “un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini”.
I consigli dell’Enea sull’applicazione del nuovo decreto per il riscaldamento
Dal punto di vista pratico, l’Enea punta ad un risparmio complessivo di circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas. Per farlo, si suggeriscono alcune misure pratiche di risparmio energetico. A partire dalla regolazione della temperatura negli ambienti di lavoro. La quale scende da 18 a 17 gradi per le attività industriali e artigianali. Per gli altri ambienti si scende da 20 a 19 gradi.
Il vademecum completo ad opera dell’Enea non è stato ancora pubblicato, ma l’impostazione di base prevede appunto di abbassare le temperature sia negli ambienti di lavoro che in quelli civili. Oltre che di ridurre il numero di giorni di attivazione degli impianti industriali e condominiali.
Le zone a fasce e le esenzioni: ecco chi potrà utilizzare i riscaldamenti in deroga
I nuovi provvedimenti restrittivi prevedono ovviamente delle eccezioni, volte a tutelare la parte più debole della popolazione. In particolare, il testo del decreto spiega che i nuovi vincoli non riguardano “edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria”.
In aggiunta, restano esenti anche gli “edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili”. Per quanto riguarda invece le sei fasce climatiche E – F, ognuna di esse ha diversi periodi di accensione. La zona F non prevede alcun limite e riguarda le aree di montagna e città come Belluno, Trento e Cuneo. La zona E consente l’accensione dal 22 ottobre al 7 aprile per 13 ore al giorno. Rientrano città come Torino, Milano, Bologna e l’Aquila.
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Nella zona D si parte l’8 novembre e si termina il 7 aprile, con i termosifoni in funzione per 11 ore al giorno. Ne fanno parte città come Roma, Firenze, Ancora e Oristano. La zona C (Napoli, Imperia, Cagliari) consente l’accensione dal 22 novembre al 23 marzo, per 9 ore. Infine, la zona B (Agrigento, Reggio Calabria, Messina) consente l’uso degli impianti dall’8 dicembre al 23 marzo per 7 ore. Mentre la zona A (Lampedusa, Porto Empedocle) dall’8 dicembre al 7 marzo per 5 ore giornaliere.
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