Pensioni all’estero: scattano gli accertamenti Inps
Pensioni all’estero, parte domani 14 settembre la nuova campagna di accertamenti da parte dell’ente pubblico di previdenza. L’Inps provvederà infatti ad attivare controlli stringenti per verificare l’esistenza in vita di coloro che hanno scelto di ricevere la pensione fuori dai confini italiani. Questi soggetti dovranno quindi fornire prove documentali. Pena la sospensione (e successiva revoca) dell’assegno.
Il passaggio non appare scontato, visto che normalmente questo genere di operazione viene svolta da Citibank. L’istituto bancario si occupa di erogare le pensioni dell’Inps all’estero, ma per farlo procede anche alle verifiche di rito. Così, la banca effettua in modo continuativo verifiche scaglionate sui percettori di pensioni italiane all’estero.
Pensioni all’estero: i numeri in gioco, sempre più italiani scelgono questa via
D’altra parte, il fenomeno degli italiani che ha deciso di trasferirsi all’estero durante il periodo della pensione è in crescita. Secondo le ultime indagini statistiche, l’Inps eroga oltre 326mila assegni distribuiti in 165 nazioni. Facendo la somma totale, si arriva a circa 1,4 miliardi di euro, che partono dall’Italia e vengono spesi in altri lidi. In alcuni casi, si tratta d’importi mensili molto alti, visto che c’è chi arriva a percepire oltre 4mila euro di pensione.
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Con numeri simili, è ovvio che cresce anche l’attenzione dell’istituto rispetto ai beneficiari delle erogazioni. Per questo motivo, entro gennaio 2023 sarà indispensabile dimostrare la propria esistenza in vita. Diversamente, la pensione all’estero verrà pagata solo in contanti dal mese di febbraio. Qualora il titolare dell’assegno non effettui il ritiro, la prestazione previdenziale sarà sospesa.
Dove si concentreranno i nuovi controlli per le pensioni all’estero
Quasi sei pensioni su dieci erogate all’estero sono pagate in Europa. Tra i Paesi più gettonati dai pensionati che decidono di trasferirsi all’estero ci sono Spagna e Portogallo. Ma cambiando continente anche la vicina Tunisia risulta una destinazione molto appetibile, sopratutto in virtù del buon clima e dell’importante risparmio derivante dalla defiscalizzazione e dal basso costo della vita.
Rispetto al quadro della situazione appena evidenziato Citibank provvederà a effettuare il nuovo giro di controlli a partire dal 14 settembre 2022, allegando un modulo aggiuntivo alla ricevuta di pagamento della pensione. Sarà quindi cura del pensionato compilare correttamente l’attestazione e restituirla entro il 12 gennaio 2023.
Qualora quest’ultima non venga prodotta, il secondo controllo passerà per il pagamento in contanti presso un’agenzia Western Union. Il denaro potrà essere riscosso solo dal titolare, producendo contestualmente l’attestazione di esistenza in vita.
Il modulo da compilare per l’esistenza in vita
Con il prossimo rateo di pensione Citigroup provvederà quindi a spedire l’apposito modulo dell’esistenza in vita. La lettera allegata fornirà le informazioni di compilazione e sarà scritta in italiano e nella lingua di destinazione del nuovo Paese di residenza (inglese, francese, tedesco, spagnolo o portoghese). In Svizzera l’istituto bancario provvederà ad inviare il modulo in tre lingue, italiano, francese e tedesco.
Pensioni percepite fuori dall’Italia, ecco dove conviene trasferirsi per pagare meno tasse
Quello dei pensionati che decidono di trasferirsi all’estero è un trend in crescita, dettato da una serie di condizioni. La prima riguarda il crescente costo della vita in Italia. Spesso chi percepisce pensioni medio basse sceglie mete nelle quali vivere è più economico. Anche il clima più mite può aiutare in questo senso, sopratutto rispetto alle regioni settentrionali.
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Un ulteriore elemento riguarda la possibilità di ricevere l’assegno pensionistico al lordo nel Paese estero di residenza. Molte nazioni hanno poi avviato una politica di defiscalizzazione in favore di coloro che decidono di trasferirsi.
Tra queste nazioni troviamo la Grecia, il Portogallo, la Spagna (soprattutto nelle isole Canarie) e Malta. Tutte consentono di aderire a specifici regimi fiscali, in grado di abbattere gli oneri rispetto all’Italia. Uscendo dall’Ue, troviamo poi la Tunisia, dove si considera non imponibile l’80% della pensione. Il Paese si limita a tassare il restante 20%. In aggiunta, il capofamiglia può beneficiare di ulteriori detrazioni, mentre l’imposta massima sul reddito delle persone non arriva oltre il 35% sopra i 50mila euro.
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