Elezioni politiche Italia 2022: quando si vota? Data e temi caldi
Elezioni politiche Italia 2022, quando si vota? Dopo il termine del governo Draghi molti cittadini si chiedono cosa succederà nei prossimi mesi. Il ritorno alle urne è previsto per settembre. Ma il passaggio non si limita a una questione puramente pratica. I temi e i nodi da sciogliere per la politica sono molti, mentre in autunno è atteso un fronte caldo sia dal punto di vista politico che economico.
Con le dimissioni dell’esecutivo è stata decisa ufficialmente anche la data delle elezioni, che si terranno il prossimo 25 settembre 2022. Dal punto di vista pratico, la nuova tornata elettorale porterà a importanti novità. Prima tra queste il taglio dei parlamentari. Una riforma che è stata confermata con il referendum del 2020 e che avrà effetti concreti proprio alle prossime consultazioni.
L’impatto sarà importante, perché il numero dei parlamentari scenderà complessivamente a 600. Il Parlamento sarà così composto rispettivamente da 400 deputati e da 200 senatori. Mentre la legge elettorale si baserà sul cosiddetto Rosatellum.
Elezioni politiche Italia 2022: la data del ritorno alle urne
Il ritorno alle urne avverrà quindi il prossimo 25 settembre 2022. Le dimissioni del premier Mario Draghi hanno accorciato la fine del governo di circa sei mesi, visto che formalmente le elezioni erano previste per l’inizio del 2023. Subito dopo la fine dell’estate gli italiani torneranno quindi a esprimere le proprie preferenze alle urne, votando deputati e senatori.
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La legge elettorale attualmente in vigore è il Rosatellum, la stessa che è stata impiegata per formare il Parlamento nel corso delle elezioni risalenti al 2018. Con questa impostazione, il 61% dei parlamentari è eletto attraverso il sistema proporzionale. Il 37% segue il sistema maggioritario. Infine, il 2% fa riferimento ai voti espressi dagli italiani residenti all’estero.
La normativa prevede anche una soglia di sbarramento, fissata al 3% per le singole liste. Per le coalizioni, la stessa soglia è fissata al 10%. Considerando la grande incertezza che ha portato alla fine anticipata del governo, attualmente è molto difficile fare previsioni su quali potranno essere i candidati. Così come sulle alleanze politiche che potranno concretizzarsi alle prossime elezioni.
I temi caldi delle elezioni politiche: Italia 2022, dal Pnrr alle pensioni, fino al patto di stabilità
Chiunque verrà eletto con le elezioni politiche si troverà ad affrontare un’agenda ricca d’impegni e di sfide. Il fronte più complesso è probabilmente quello economico. Dopo circa undici anni, negli scorsi giorni la Banca centrale europea è tornata ad alzare i tassi d’interesse di 50 punti base (+0,50%). Il costo del debito è in crescita e questo avrà un impatto determinante per l’Italia, che risulta tra le nazioni più indebitate al mondo.
Il contestuale meccanismo di protezione Tpi, varato dalla stessa BCE, richiede infatti di mantenere l’economia dentro parametri precisi. A rischio c’è però anche la seconda tranche del Pnrr. Resta la necessità di completare gli interventi sulla legge di concorrenza e sul risanamento del bilancio pubblico.
Le riforme che dovrà portare avanti il prossimo governo dopo le elezioni politiche
Un ulteriore punto è poi quello del patto di stabilità. La discussione in corso tra il nostro Paese e Bruxelles è piuttosto accesa. Entro la fine del 2022 si dovrebbe arrivare a un nuovo accordo. È chiaro che il nuovo governo si troverà a negoziare durante un momento difficile, anche per gli inevitabili riverberi della crisi geopolitica previsti durante l’autunno.
Infine, importanti riforme sono attese anche per il lavoro e il welfare. Il governo Draghi si era impegnato a intervenire sul reddito di cittadinanza, per favorire il rientro al lavoro e l’inclusione attiva. Mentre un ulteriore capitolo in attesa di riforma è quello delle pensioni. Al prossimo 31 dicembre scadranno infatti le diverse opzioni di tutela presenti nel nostro ordinamento. Si va dalla quota 100 all’Ape sociale, fino all’opzione donna.
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Così, il nuovo esecutivo sarà chiamato ad agire tempestivamente con la legge di bilancio, perlomeno al fine di rinnovare gli interventi più urgenti. Diversamente, i lavoratori si troveranno a confrontarsi nuovamente con la rigidità delle regole dettate dalla legge Fornero nell’ormai lontano 2011.
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