Fattura elettronica forfettari 2022: obbligo dal primo luglio
Fattura elettronica forfettari, arriva la conferma sull’obbligo di emissione della documentazione elettronica a partire dal prossimo 1° luglio 2022. Uno scenario che avevamo già anticipato recentemente in un nostro approfondimento e che ora trova una prima ufficialità. Tutto ciò, all’interno di uno scenario che presuppone l’emersione di diverse criticità.
Il passaggio era comunque dato per scontato, visto il via libera ricevuto dall’Unione Europea e l’inserimento del provvedimento all’interno del PNRR. D’altra parte, l’obbligo di fatturazione elettronica è stato gradualmente esteso a tutte le emissioni di fatture negli scorsi anni. Un’iniziativa che ha permesso al fisco un migliore tracciamento e che al contempo ha portato verso una maggiore digitalizzazione dell’economia.
La misura è stata inoltre fondamentale per la lotta all’evasione, perché l’amministrazione pubblica ha potuto affinare il proprio monitoraggio, soprattutto per quanto riguarda i controlli incrociati sull’evasione dell’Iva.
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Fattura elettronica forfettari: via libera dal 1° luglio 2022
A confermare l’arrivo dell’obbligo di fatturazione elettronica per le partite Iva inserite nel regime forfettario è il Consiglio dei Ministri dello scorso 13 aprile. Con il passaggio emerge l’adozione della misura a partire dal prossimo 1° luglio 2022. Per scoprire tutti i dettagli del’operazione sarà necessario attendere la pubblicazione del testo, ma la strada sembra ormai tracciata.
Tra i dettagli più interessanti, resta la possibilità di mantenere una fascia di esenzione per tutti quei soggetti il cui fatturato resti al di sotto di una certa soglia annua. Le ipotesi stimano un tetto fissato attorno ai 20mila o 25mila euro. A tal proposito, è opportuno ricordare che rientrano nel regime forfettario le partite Iva con fatturato fino a 65mila euro e che chiedono espressamente di aderire al regime speciale.
I forfettari possiedono importanti vantaggi fiscali, con la sostituzione dell’aliquota Irpef in virtù di una flat tax agevolata. Possono inoltre beneficiare di importanti sgravi nella gestione contabile e amministrativa, ma non recuperano l’imposta pagata ai loro fornitori.
Le critiche emerse sulla fattura elettronica dei forfettari
La misura è pensata per contrastare l’evasione fiscale. Ma con la fatturazione elettronica doveva venire meno una parte della burocrazia legata alla gestione dell’Iva. Si pensi, ad esempio, a tutti gli adempimenti legati al reverse change, allo spilt payment o alla liquidazione periodica dell’imposta.
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D’altra parte, senza ulteriori interventi normativi la fatturazione elettronica rischia di portare a un semplice aumento degli adempimenti per i contribuenti. Si pensi all’imposta di bollo in fattura con liquidazione periodica.
Ma sullo sfondo c’è anche l’incremento dei costi di gestione, visto che in precedenza bastava semplicemente stampare il documento. Spesso gli strumenti gratuiti forniti dall’Agenza delle Entrate non risultano infatti completi o comunque utilizzabili facilmente come i software gestionali messi a disposizione dai fornitori di servizi.
La fatturazione elettronica e il problema del digital divide
Un ulteriore problema che andrà affrontato nell’estensione della fatturazione elettronica è quello del digital divide. La virtualizzazione dei processi di registrazione fiscale potrebbe infatti pesare fortemente su quei soggetti che per dimensione e caratteristiche gestionali non hanno ancora avuto modo di aggiornare le proprie procedure con un completo passaggio al digitale.
Molti piccoli contribuenti saranno costretti a sostenere costi informatici aggiuntivi. Tutto ciò, in una situazione macroeconomica caratterizzata da incertezze e difficoltà economiche. Il rischio è che i processi siano interamente delegati ai professionisti fiscali, con ulteriori aggravi sui costi di gestione delle attività. In aggiunta, bisogna considerare anche che l’eventuale introduzione dell’obbligo durante la metà dell’anno fiscale può portare ad ulteriore confusione.
In base ai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, attualmente sono circa 2,2 milioni i contribuenti esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica. Rientrano nell’elenco gli operatori del settore sanitario, le imprese e i lavoratori autonomi con regime di vantaggio o forfettario e i piccoli produttori agricoli. Sono infine compresi anche società sportive dilettantistiche e soggetti non residenti in Italia che effettuano o ricevono operazioni.
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