Tasso di interesse legale 2022 all’1,25%: novità per tasse, affitto, rate e pensioni
Tasso di interesse legale 2022 all’1,25%, con un aumento che segna la prima importante inversione di tendenza rispetto al valore consolidato negli ultimi sei anni. A confermare la novità è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha diffuso un apposito decreto. Con la pubblicazione di quest’ultimo in Gazzetta Ufficiale, cambia di fatto il tasso d’interesse legale a partire dal 1° gennaio del nuovo anno.
Al riguardo, occorre prima di tutto evidenziare che il cambio di rotta è importante. Si passa infatti dal precedente 0,01% all’attuale 1,25%. Una variazione che va a influenzare tutti quei contratti che non prevedono la determinazione di un differente tasso in fase di sottoscrittura.
Gli effetti si faranno sentire anche sul pagamento delle tasse, sugli affitti, sui contributi previdenziali e sulla rivalutazione di TFR – TFS, nonché sulle pensioni. Ma la questione assume un valore anche storico, perché di fatto era dal lontano 2015 che il parametro continuava a restare al di sotto della soglia dell’1%.
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Tasso di interesse legale 2022 all’1,25%: cosa dice il decreto del ministero dell’Economia
Come anticipato, il riferimento per l’aumento del tasso ufficiale di interesse legale è il decreto pubblicato lo scorso 13 dicembre 2021 dal Mef. Il tasso viene calcolato sulla base del rendimento medio lordo annuo dei titoli di Stato con scadenza entro i 12 mesi, insieme al tasso d’inflazione. Un elemento, quest’ultimo, che negli ultimi mesi ha raggiunto picchi ragguardevoli (nel mese di dicembre ha quasi toccato il 4%).
In particolare, all’interno del testo del decreto (GU n.297, 15-12-2021) si legge che “la misura del saggio degli interessi legali di cui all’art. 1284 del codice civile è fissata all’1,25 per cento in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2022”.
Pensioni e contributi: cosa cambia con il nuovo tasso d’interesse
Vediamo quindi quali sono gli effetti del cambiamento del tasso d’interesse legale nel 2022 partendo da pensioni e contributi. Il tasso è applicato quando il contribuente accumula ritardi nei versamenti di contributi legati al welfare o alla propria posizione previdenziale. Questo significa che le sanzioni dovute per i mancati versamenti vedranno applicare interessi più alti rispetto al 2021.
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È importante sottolineare il punto perché in precedenza l’interesse versato su eventuali rateizzazioni risultava risibile. L’aumento riguarda però in positivo anche le prestazioni erogate dall’ente pubblico di previdenza. Gli interessi versati su eventuali pagamenti avvenuti in ritardo per pensioni, indennità e altre misure di welfare vedranno applicare dall’Inps la maggiorazione dovuta al nuovo tasso.
Il nuovo tasso e il ravvedimento oneroso
Restando in tema di confronto tra cittadini e pubblica amministrazione, un impatto importante del nuovo aggiornamento del tasso legale riguarda le dilazioni di pagamento su tasse e tributi. Il contribuente, nel corso del 2022, sarà chiamato a pagare di più in virtù dell’applicazione del nuovo tasso all’1,25%. Ma a crescere non saranno solo gli importi delle rate.
Anche coloro che sceglieranno di applicare il cosiddetto ravvedimento operoso (che permette di pagare le tasse e i tributi in ritardo) dovranno tenere conto del nuovo tasso di interesse.
Ed allo stesso modo, verranno ricalcolate anche le cartelle esattoriali per quanto concerne l’applicazione degli interessi nel corso del 2022. Con effetti anche importanti su cifre considerevoli. Ad esempio, su un importo da versare di 50mila euro il cittadino si troverà nel 2022 a pagare 625 euro anziché appena 5 euro che avrebbe versato a titolo di interessi nel 2021.
Tasso di interesse 2022: cosa cambia per gli affitti e gli usufrutti
Con l’aggiornamento del tasso di interesse legale 2022 sono in vista cambiamenti anche in relazione alle locazioni. La crescita del saggio va infatti a pesare su coloro che affittano una casa, per via dell’applicazione dello stesso sui depositi cauzionali. Si tratta delle cifre che gli inquilini versano a garanzia dell’affitto e che vanno restituite al termine del contratto.
Gli interessi maturano in base al tasso di riferimento, a meno che nel contratto non sia stata presa una decisione differente. Ulteriori cambiamenti sono previsti però anche per l’eventuale aggiornamento del canone (qualora non sia stata scelta o possibile l’applicazione della cedolare secca). Oltre che per determinare le imposte che si pagano sulla cessione del diritto di usufrutto
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